Overblog
Segui questo blog Administration + Create my blog
8 aprile 2011 5 08 /04 /aprile /2011 18:59

Si sta intensificando la manifestazione di quanto Gesù aveva profeticamente annunciato: il diffondersi di insegnamenti e di comportamenti che rivelano un sempre maggiore distacco da quanto voluto da Dio per il bene delluomo, anche se talvolta presentati con connotati religiosi. Il mondo pullula sempre più di falsi profeti e di “falsi cristi, segno della crescente disgregazione spirituale e morale delluomo.

 

Due estremi da evitare

 

I discepoli di Gesù chiedono che il Maestro li informi circa il segno della sua venuta e della fine dell’età presente. Legittima curiosità, stimolata dalle considerazioni di Gesù sulla fine del tempio; curiosità ereditata dalle generazioni successive nella Chiesa e nelle chiese a seconda dell’incalzare degli eventi.

Gesù non si sottrae ed usa un linguaggio apocalittico ricco di visioni anche terrificanti che sembrano predire grandi sventure, culminanti nel giudizio finale di Dio.

 

Come già avvenuto nel passato remoto ed in quello prossimo (il secolo XX°) anche nell’oggi, molti credenti paiono dominati dal desiderio, quasi morboso, di identificare gli eventi tragici e drammatici del nuovo secolo come segnalievidenti dei “tempi della fine”; ciò sulla scorta di indicazioni e di parole apostoliche di venti secoli addietro indiscutibili nei contenuti ma prive di qualsiasi indicazione temporale; oppure avvalendosi di teorie “profetiche” indicative anch’esse di contenuti ma non dei tempi e tantomeno di date circa la loro realizzazione.

 

Nel contempo altri credenti con noncuranza un po’ snob poco incline alla escatologia, sorvolano le indicazioni apostoliche e profetiche e riconducono la gravità e la tragicità degli avvenimenti ad una sorta di inevitabile degrado morale del mondo, dei popoli e delle nazioni senza coglierne la reale portata negativa e tantomeno quella, in molti casi, anche positiva in relazione alla potenza della testimonianza di molti cristiani.

Queste due categorie soffrono entrambe inevitabilmente, della mancanza di lucidità necessaria per una testimonianza consapevole correlata ai fatti ed avvenimenti nei quali volenti o nolenti sono coinvolti.

 

 

Seduzione e seduzioni

 

Pertanto è necessario identificare subito il messaggio di apertura ma anche centrale che fa poi da sfondo alle argomentazioni di Gesù in Matteo 24 come in Marco 13, vale a dire il conflitto inevitabile ed ineludibile fa la verità e la menzogna, fra il vero e il falso, fra la Parola di Cristo e quella dei falsi cristi e dei falsi profeti. Questo conflitto, iniziato con l’incarnazione, è tuttora in corso e durerà fino alla fine.

Gesù infatti risponde e chiarisce da subito ciò che da quel momento in poi sarebbe avvenuto ed esorta autorevolmente i discepoli dicendo:

 

“Guardate che nessuno vi seduca!”

 

La seduzione, d’ora in poi, sarà la costante tentazione ad ascoltare altri e non solo il Signore e Maestro.

Sedurre, “addurre a sé, sviare dal bene con allettamenti, lusinghe e promesse ingannevoli” (Diz. Garzanti) non è solo l’esercizio di qualcuno verso terzi, ma anche una forma di autoconvincimento o meglio di presunzione che sovente attanaglia la mente ed il cuore di singoli, e, ancor peggio, uno strumento di coercizione e dominio delle coscienze messe in atto da “strutture religiose” e/o “politiche” o entrambe insieme che pretendono di assurgere a “sapere universale”.

 

“Molti verranno nel mio nome dicendo: «Io sono il Cristo» e ne sedurranno molti”.

 

La storia è purtroppo ricca di esempi di uomini di Stato che pretendevano di essere adorati come divinità (ad esempio i Cesari) e, subito dopo l’avvento del cristianesimo come Religione di Stato, è cominciata la “storia dei Papi”. A proposito dei Papi così recita la Constitutio dogmatica “Pastor aeternus” cap. 3 del Concilio Vaticano 1°: “Al di sopra del Romano pontefice non vi è alcuna autorità; egli non può essere corretto da chicchessia, e a nessuno è lecito di portare su di lui il proprio giudizio”. Neanche a Dio?

Basta scorrere l’elenco dei Papi per vedere come almeno 47 di loro abbiano agito in totale spregio per la Parola di Cristo (vedi “Ma il Vangelo non dice così”, Roberto Nisbet).

 

Intorno al 4°, 5° secolo Maometto autonominatosi “profeta” di Dio, anzi, “l’ultimo profeta”, ha inventato l’Islam nell’intento conclamato di sostituire Israele ed il Cristianesimo considerati fedi illegittime (Israele) o “penultime” (il Cristianesimo). Pertanto, non solo un falso profeta e un falso cristo bensì un anticristo in piena regola!

 

In campo politico nostrano nei primi decenni del secolo scorso Benito Mussolini fu definito “l’uomo della provvidenza”purtroppo anche in certi ambienti evangelici, ed ultimamente un suo emulo ha proclamato di essere nientemeno che “l’unto del Signore” in forza di un consenso popolare particolarmente interessato di stampo elettorale democratico, ma assolutamente avulso da qualsiasi contesto a valenza religiosa e tantomeno di fede cristiana! Basta osservare il suo agire! Organizza il partito dell’amore che trae linfa dall’odio e dal disprezzo per qualsiasi dissenziente!! Per non parlare d’altro!

 

Devo purtroppo aggiungere che le ipertrofiche smanie di incarnare l’opera dello Spirito Santo hanno indotto alcuni a prodursi, anche in campo “evangelico carismatico”, come potenti guaritori con tecniche seducenti che rasentano (se non sono con loro addirittura colluse) i poteri dell’occulto. Quindi…proselitismo seducente pericoloso, concorrente ma in linea con il miracolismo mariano e dei “santi del cattolicesimo romano.

 

Per non parlare dei “Testimoni di Geova che del catastrofismo fanno strumento di terrorismo psicologico sempre a fini proselitistici.

 

 

Esempi di degenerazione etica

 

Ma esiste un potere sommamente seducente che non è né laico né religioso ma che accomuna laici e religiosi di ogni confessione (cristiana o meno) che è semplicemente: “idolatrico”. È “la cupidigia” (letteralmente “il desiderio sfrenato di ricchezze”, Diz. Garzanti) che appunto, come dice l’Apostolo Paolo, “…è idolatria” (Cl 3:5).

Questa seduzione è sempre stata devastante nei secoli e lo è tuttora. Il potere economico concentrato in poche mani con menti avide, è causa di grandi ingiustizie e squilibri sociali, di povertà, di fame di sofferenza e di morte per milioni, miliardi di persone; è causa di conflitti di ogni genere, di guerre e di devastazioni del pianeta terra. Se poi alle “ricchezze” si aggiungono anche la cupidità di “onori e di gloria” (Diz. Garzanti) allora questo “potere” idolatrico diventa devastante, subdolo e corrosivo delle coscienze. Non a caso Paolo perentoriamente comanda ai cristiani di Colosse: “Fate morire ciò che in voi è terreno...”, appunto (fra l’altro) anche “la cupidigia”.

 

“Guardate che nessuno vi seduca” dice Gesù, come a ribadire che nessun uomo, nessuna cultura, nessuna religione e tantomeno nessun programma politico debba prevalere, nella coscienza e nella riflessione dei discepoli, sulle sue parole sulla sua autorità poiché l’unico autentico suo vicario è lo Spirito Santo: Spirito libero non sequestrabile e addomesticabile il quale “…vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto” (Gv 14:25).

Le parole e gli insegnamenti di Gesù non possono essere svincolati da “conoscenze” o “rivelazioni successive” che, per di più, sono spesso in contraddizione con essi.

 

Dobbiamo anche riflettere su ciò che da qualche decennio a questa parte fino ai nostri giorni costituisce il problema del rapporto fra i sessi fuori dal matrimonio, problema che ha impegnato l’opinione pubblica. La politica ha dovuto e deve fare i conti con la “religiosità” e la “laicità” in continua tensione e conflittualità mirante a far prevalere tesi diverse e contrastanti fra loro.

Come credenti ci sentiamo interpellati ad esprimere il nostro pensiero che dev’essere rispettoso di tutti in campo politico soprattutto in un Paese dove la contesa fra il “potere” religioso del Vaticano cerca in tutti i modi di prevalere sulla” laicità” dello Stato Italiano il cui potere è solo ed esclusivamente di ordine costituzionale.

Proprio per questi motivi e svincolati dall’ansia del “potere” (religioso) possiamo e dobbiamo essere ancor più rispettosi della Parola di Gesù che professiamo.

Gesù, interrogato un giorno, sulla liceità del divorzio disse:

“Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina, ….talché i due saranno una sola carne” ed aggiunse:

“Fu per la durezza dei vostri cuori che Mosè vi permise di mandar via le vostre mogli; ma da principio non era così” (Mt 19: 4-8).

Gesù rimanda al principio, non alla fine, non ai suoi tempi e neppure ai tempi nostri ma al momento e alle intenzioni dell’opera del Creatore.

 

Maschio e femmina sono l’uomo, e la successiva umanità, l’immagine e la somiglianza di Dio, non uno contro l’altra e viceversa, o peggio l’uno senza l’altra e viceversa, come è avvenuto in seguito quando l’opera meravigliosa è stata deturpata dal peccato con le conseguenti patologie connaturate (omosessualità) che tali rimangono e che solo la rigenerazione mediante il “seme incorruttibile” ed il conseguente abbeverarsi con il puro latte spirituale della Parola può far crescere per la salvezza (1P 1:23; 2:2). Rigenerazione è nuova nascita, è liberazione dal potere della “carne”, del peccato (con tutte le sue patologie) è la vera libertà dei figli Dio.

 

 

Seduzione religiosa e falsi profeti

 

In questa materia i falsi cristi “religiosi” non detengono autorità: impotenti in tema di redenzione, irradiano solo una pietà ammaliante, seducente e deviante per le anime assetate di verità e producono una distorsione drammatica nelle coscienze.

 

La seduzione religiosa, anche nel contesto del “cristianesimo” è fra le più nefaste perché non conferisce una speranza certa, ma un’enorme e fortissima presunzione di appartenenza al “vero” fondato e basato “sulla tradizione ecclesiastica” per la quale l’Evangelo non è il testo “esclusivo” ma solo il “pre-testo” che garantisce il cosiddetto “sacerdozio ministeriale”: pura invenzione storico “religiosa” dal quale consegue ogni distorsione dell’Evangelo stesso!

 

Il secondo insegnamento di Gesù riguarda il nostro modo di stare di fronte a Dio, a noi stessi e alla Chiesa.

Guerre, oppressioni, violenze, disgrazie, disastri naturali o causati dall’incuria dell’uomo lanciano una sfida potente alla fede e alla speranza.

 

L’odio e l’oppressione inaridiscono le coscienze, l’aumento del male (dell’iniquità) affievolisce l’amore e la tentazione è di rinchiudersi nel proprio guscio per preoccuparsi solo di sé stessi e del proprio futuro e così i falsi profeti prosperano e seducono in ogni campo: religioso, culturale, politico, economico ed anche previsionale!

Gesù infatti, insiste ora sui falsi profeti chi sono? In campo laico molti professionisti anche seri che s’intendono di economia, da un lato, oppure di Geologia dall’altro, lanciano messaggi confortati da studi approfonditi che pretendono di individuare l’evoluzione dello stato del pianeta e dei suoi abitanti; purtroppo nella maggioranza dei casi questi “studi documentati” sono stati smentiti dalla realtà dei fatti. Quindi “non è tutto oro quello che luccica” nella mente dei sapienti!!

 

In campo religioso sono quelli che, come al tempo di Paolo, influenzavano i Galati con teorie legalistiche.

Paolo reagiva affermando:

“Anche se noi o un angelo del cielo vi annunziasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunziato sia anatema…”(Ga. 1:8).

Paolo prende addirittura in considerazione la possibilità di un decadimento della verità anche nell’ambito della collegialità apostolica. Ed è stato lungimirante, infatti nei secoli successivi ciò è avvenuto ed avviene ancora oggi, con forme e contenuti diversi: oggi siamo sottoposti ad una tentazione particolarmente seducente che è quella della “cultura” ma non nella sua sublime espressione delle potenzialità donate dal creatore alla creatura, bensì ad un livello inferiore, come pretesa di conoscenza slegata dalla sapienza di Dio; il multiculturalismo, ne è una delle espressioni che viaggia parallelamente al pluralismo religioso.

La pluralità delle potenzialità religiose, dove ogni credo ha la sua valenza spirituale, ogni ansia religiosa purchessia ha una sua intrinseca legittimità, insomma il sincretismo sta permeando le coscienze ed offuscando l’Evangelo di Gesù il Cristo che è e rimane l’unica vera e buona notizia per l’umanità!

 

In quest’ambito “culturale” la Parola di Cristo è annoverata come una fra le tante e, sovente, nemmeno la più importante. E sono molti, anche in ambito cristiano, che così la pensano professando la loro fede in modo contradditorio. Fra costoro agiscono e proliferano i falsi profeti, predicatori ottimisti di un “amore” che ha le sue radici non nella fede ma nella carne!

Gesù, al contrario, stimola ed esorta a perseverare fino alla fine, alla fine di che? Della vita, ovviamente; a resistere alla tentazione egoistica a riconoscere ed allontanare i falsi profeti che non professano la vera e sana Parola dell’Evangelo, sapendo che la perseveranza non è fine a sé stessa, non è un atto di eroismo: è innanzitutto il segno che la salvezza è già nella nostra vita come segno di liberazione dal peccato e dalla paura della morte al cui sopraggiungere non ne determinerà la fine bensì il coronamento nell’attesa della risurrezione!

 

In terzo luogo Gesù insiste ed esorta ad annunziare l’Evangelo del Regno, del Regno di Dio.

Solo nella buona notizia dell’amore di Dio per ogni creatura si trovano il fondamento e la possibilità di vero rinnovamento, della scoperta della dignità di ogni essere “di tutte le genti” e della possibilità di una vita improntata alla riconoscenza e alla speranza; allora, dice Gesù, e solo allora verrà la fine (v.14) non prima perché la bontà e la misericordia di Dio mira alla salvezza di tutti gli uomini e donne di questo mondo, niente di più e niente di meno.

 

Gianpirro Venturini

(Assemblea di Ivrea, TO

Condividi post
Repost0
8 aprile 2011 5 08 /04 /aprile /2011 18:57
Condividi post
Repost0
2 aprile 2011 6 02 /04 /aprile /2011 18:24
Movimento carismatico
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Rinnovamento carismaticoè un termine dal significato abbastanza ampio: indica quei movimenticattoliciche insistono molto sul ruolo e l'azione delloSpirito Santonella propria vita difedeed in quella dellaChiesa.

Per altri è un movimento che, originatosi dalpentecostalismoevangelico, ora ha assunto una dimensione o anche un valorecristianointerconfessionale, il cui scopo è l'adozione deicarismiall'interno dellechiesein cui le varie comunità ed associazioni carismatiche operano. "Carismatico" è una parola generica, che descrive queicristianiche ritengono che le manifestazioni delloSpirito Santoviste nei primi tempi della Chiesa (parlare in varie lingue,guarigioni,miracoli) siano ancora possibili per i Cristiani di oggi, e andrebbero sperimentati come allora.

L'incontro di preghieraè il momento portante di questa esperienza ecclesiale: in questi incontri l'esperienza interiore dello Spirito Santo, a detta degli aderenti, si accompagna a particolari manifestazioni deidoni dello Spirito, come la guarigione, il parlare in varie lingue o laprofezia.

Indice

[nascondi]

[modifica]Storia

Per molti secoli nella Chiese cristiane si è diffusa la convinzione che l'attività carismatica sia finita con lamortedegliapostoli. Secondo alcuni (Chiesa ortodossa), isantimanifesterebbero ancora questi carismi mentre secondo altri queste manifestazioni dello Spirito si sarebbero attenuate, se non cessate del tutto per principio (soprattutto nelCalvinismoo nellachiesa evangelica dei fratelli), essendo considerati doni utili solo a quel tempo per lanciare e consolidare la Chiesa cristiana (e quindi i cosiddetti doni carismatici oggi sarebbero falsi o addirittura satanici).

L'azione dello Spirito Santo è attestata già nell'Antico Testamento: ilCredo di Niceainfatti afferma che lo Spirito Santo "ha parlato per mezzo deiprofeti". Ultimo profeta vetero-testamentario, secondo la comune visione cristiana, sarebbe statoGiovanni il Battezzatore.

I doni dello Spirito Santo, secondo la dottrina cristiana, si sono invece manifestaticollettivamenteil giorno diPentecostequando avvenne l'effusione delloSpirito SantosugliapostolieMariariuniti nelCenacolodopo laResurrezionediCristo(Atti degli Apostoli2,1-4).

Nella lunga e variegata storia delCristianesimoci sono stati, in tutti i periodi storici, gruppi e comunità che si sono considerati guidati direttamente daDioattraverso la manifestazione dello Spirito. La gerarchia ecclesiastica ha guardato sempre con molta diffidenza a pratiche "spirituali" di massa. Soprattutto nellaChiesa cattolicaed in quellaortodossale manifestazionimisticheerano accettate da parte di singoli, soprattuttoreligiosi(frati,suore,monaci), ma fino alXIX secolonon sono mai nati movimenti "riconosciuti" che facessero dell'invocazione e dell'ispirazione dello Spirito Santo il centro della propria attività.

[modifica]Cattolicesimo

Il rinnovamento carismatico ha inizio materialmente negliStati Unitientrando in contatto con la comunitàevangelica, la prima comunità che espressamente si rifaceva allo Spirito Santo: leOblate dello Spirito Santo, fondate dallabeataElena Guerra.

Elena Guerra fondò aLucca, nel1882, quest'ordine, che ha rappresentato, come attestato dalle lettere tra Elena Guerra epapa Leone XIII, la premessa del risveglio spirituale delsecolo XX, concretizzato dai movimenti carismatici. Dietro suggerimento della beata, Leone XIII decise di dedicare il secolo nascente allo Spirito Santo; lo fece cantando solennemente, il1º gennaio1901, a nome della Chiesa intera, l'innoVeni Creator Spiritus, affinché lo Spirito Santo riunisse tutti i cristiani in una sola Chiesa, come desiderato daGesùnell'ultima cena(17,11.20-21).

Il risveglio carismaticocattolicoè sorto sulla scia del rinnovamento generato dalConcilio Vaticano II. Gli storici cattolici infatti, pur tenendo conto della ininterrotta attività carismatica presente nella Chiesa cattolica, ritengono opportuno collocare l'inizio del rinnovamento carismatico cattolico nel1967, con gli eventi mistici di un gruppo di studenti dell'università diDuquesne, negliStati Uniti.

Qui, tra la fine del1966e l'inizio del1967, grazie ad alcuni docenti e studenti diuniversitàcattoliche americane, sulla scia dell'esperienza carismatico-protestante opentecostale, sono sorti i primi gruppi che si sono identificati come "carismatici" cattolici.

Appartiene a questa tipologia il movimento denominatoRinnovamento Carismatico Cattolico. Esso è diffuso in molte nazioni: si calcola che gli aderenti siano circa 20 milioni. ARomavi è il centro di coordinamento internazionale. Più che un unico movimento il RCC va inteso come una rete di movimenti.

[modifica]Carismatici e Pentecostali

Il risveglio pentecostale va distinto da quello carismaticoin primisper la dottrina. Inoltre, i "Pentecostali" hanno spesso fondato vere e proprie Chiese, separatesi da quelle di appartenenza. I carismatici, invece, accentuano il ruolo dello Spirito Santo, ma restano pienamente inseriti nella Chiesa Cattolica.

[modifica]Dottrina ecclesiologica

Il movimento carismatico è a volte di difficile interpretazione, perché allo stesso tempo i carismatici fanno parte delle Chiese classiche e formano una Chiesa propria.

Questa apparente contraddizione viene spiegata già nelIV secolodasant'Agostino d'Ippona. Rispondendo aidonatisti,ereticidei secoliI-IV, ilvescovodiIpponadistingue due livelli della Chiesa:

  • la Chiesa come società dei santi
  • la Chiesa come società visibile.

In Sant'Agostino il primo livello di Chiesa designa l'aspetto interiore, ossia quello che si identifica con lo Spirito Santo e unisce in maniera invisibile tutti quelli che vivono secondo lo Spirito. Di questa Chiesa, secondo Agostino, parlaDionelCantico dei Cantici6,9.

La società dei santi, oEcclesia Spiritualis, non è separata dal corpo più grande e visibile che è la società visibile, oEcclesia carnalis. Tra le due non ci dovrebbe essere incompatibilità. C'è, però, sicuramente una differenza di livello, nel senso che si può sembrare dentro la Chiesa ed esserne invece, spiritualmente, fuori; come si può essere visibilmente fuori dalla Chiesa e, spiritualmente, dentro. Dice a tal proposito Agostino:

« Quantilupiche sono dentro l'ovilee quantepecoreche sono fuori di esso! »
(Sant'Agostino d'Ippona)

A partire dalla spiegazione di Agostino è possibile fare un passo ulteriore nellaecclesiologiacarismatica, evidenziando il suo Spirito ecumenico impareggiabile. Commenta il predicatore della casapontificia, padreRaniero Cantalamessa:

  « Il metro di appartenenza alla Chiesa è dato fondamentalmente dalla carità, cioè dallo Spirito Santo che uno ha, o non ha, e non dai legami puramente giuridici e istituzionali. Tra un'appartenenza puramente visibile alla Chiesa e un'appartenenza spirituale, c'è la stessa differenza che c'è nei sacramenti (per esempio nell'eucaristia) tra chi riceve solo il segno visibile (il pane e il vino consacrati) e chi riceve invece anche la grazia invisibile in esso contenuta (la res sacramenti). Qui sta il motivo della nostra comunione ecumenica con tutti i veri credenti in Cristo, anche al di fuori della nostra Chiesa. C'è dunque una comunione tra tutti i cristiani che non è solo in votis, cioè nei desideri e nel futuro, ma già presente ed effettiva. Come pensare che un fratello protestante o ortodosso (e ne conosciamo tutti degli esempi meravigliosi) che ama Gesù, che soffre per la fede, che ha posto tutta la sua vita al servizio del Regno e che vive nello Spirito, mi sia meno unito del fratello nella Chiesa Cattolica, battezzato ma che si disinteressa completamente di Gesù, della Chiesa, del papa, o se ne interessa solo per criticarli? Eppure, dobbiamo confessare che talvolta è più forte in noi il vincolo visibile e istituzionale che ci lega a tutti i cattolici, che non il vincolo spirituale che ci lega a quei fratelli innamorati di Gesù; la comunione dei sacramenti e più forte della comunione dei santi; i segni più sentiti della realtà. È vero che le due cose – segni e realtà, Chiesa istituzionale e Chiesa invisibile – non devono essere separate, ma dal momento che di fatto, per circostanze storiche, o meglio per il peccato degli uomini, c'è stata tale separazione, noi non possiamo ignorarla. »
 
(Raniero Cantalamessa)

[modifica]Caratteristiche

I gruppi carismatici evidenziano le seguenti caratteristiche:

  1. la nostalgia della Chiesa primitiva;
  2. il desiderio di recuperare il soffio potente dello Spirito che ritengono sgorgasse liberamente in seno alla Chiesa dei primi secoli;
  3. l'accento sulla relazione personale conGesùe sulla vita nello Spirito Santo con i suoifruttie i suoi carismi;
  4. la testimonianza di una fede viva e operante;
  5. la pratica, quasi sempre, del noto stile dipreghieraspontanea, attraverso preghiere in lingue, canti, balli, abbandono allo Spirito e direzione “dall'alto”;
  6. manifestazionisoprannaturali.

[modifica]Doni carismatici

Il movimento carismatico ama riferirsi al passo biblico diGioele3,1-5, peraltro citato nel discorso diPietro apostolodel giorno diPentecoste(Atti degli Apostoli,2,16-21), in cui idoni dello Spiritosono laprofezia, levisionie isogni.

Lelettere di Paoloenumerano varie volte, in maniera informale, i doni dello Spirito:

[modifica]Spiritualità

I carismatici ritengono che lo Spirito Santo li abbia "liberati": ha dato loro la forza di abbandonare l'alcool, ladroga, gliabusi sessuali, ma anche i sentimenti diodio, le vecchiegelosie, rendendoli capaci diamare.Religiosi e religiosehanno ritrovato fervore nella lorovocazione; moltipretihanno riscoperto il lorosacerdozioe per altri ilcelibato, vissuto prima come un peso intollerabile, è divenuto una forza che li sostiene.

Parallelamente a questa libertà interiore, essi ritengono che lo Spirito Santo doni ai cristiani una nuova freschezza nella fede, una nuova semplicità, un nuovo entusiasmo. Tante testimonianze parlano del fatto che l'esperienza dell'effusione dello Spirito è stata un punto di partenza, da cui è nata una nuova sete di incontrareGesùnellapreghierapersonale, dilodarloe non più soltanto di domandargli qualcosa.

L'effusione dello Spirito Santo, obattesimo nello Spirito Santo, viene vissuta come un'esperienza mistica, generando unprimae undopo. Donerebbe uno sguardo nuovo sulle altre persone, sullaChiesa, sullaSacra Scrittura, sullaglossolalia.

[modifica]

Condividi post
Repost0
2 febbraio 2011 3 02 /02 /febbraio /2011 20:49

ciao!!!

vuoi essere piu felice?

vai a GESù e lascialo operare nella tua vita,

egli trasformerà la tua esistenza,il tuo cuore,

i tuoi sentimenti e ti darà una nuova visione 

delle cose.

La religione non salva ma solo GESù.!!!!

Condividi post
Repost0
26 gennaio 2011 3 26 /01 /gennaio /2011 22:09
Feste religiose ebraiche[9]
Nome ebraico Traduzione Giorno Evento ricordato Riferimento biblico Note
שבת
(shabbàt)
Sabato letteralmente "smise" Sabato Riposo di Dio il 7º giorno al termine della creazione - Caratterizzato dal riposo dalle attività lavorative e dalla liturgia sinagogale
ראש חודש
(rosh hodèsh)
Rosh Hodeshletteralmente "capo del mese" 1° del mese - - Festa minore
תענית בכורות
(ta'anìt bekhoròt)
Digiuno dei primogeniti 14 Nisan Salvezza degli Israeliti dalla piaga dell'uccisione dei primogeniti in Egitto - -
פסח
(pèsach)
Pasqua[10] letteralmente "passaggio" 15-22Nisan Fuga degli Ebrei dall'Egitto Libro dell'Esodo Principale festa dell'anno. Anticamente celebrava l'inizio del raccolto dei cereali
ספירת העומר
(sefiràt ha'omèr)
Conteggio dell'Omer - - - 49 giorni tra Pesah e Shavuot
ל"ג בעומר
(lag ba'omèr)
Lag Ba'omer
letteralmente "(giorno) 33 nel (conteggio del) Omer"
18 Iyar Fine di un'epidemia al tempo di Rabbi Akiva - -
שבועות
(shavuòt)
Settimane[10] 6-7 Sivan Dono della Torah a Mosè sul monte Sinai; ringraziamento per il raccolto Libro di Rut Nota anche come Pentecoste (traslitterazione del grecoπεντηκοστή, cinquantesimo) in quanto ricorre 50 giorni dopo la Pasqua. Anticamente celebrava la fine del raccolto dei cereali
שבעה עשר בתמוז
(shiv'àh asàr b'tammùz)
17 di Tammuz 17Tammuz Varie calamità, tra le quali la breccia nelle mura diGerusalemme da parte dei Babilonesi che portò alla distruzione del primo tempio (nel 586/7 a.C.) - Lutto e digiuno
בין המצרים
(beìn ha-metzarìm)
Tre settimane
letteralmente "(tre settimane) tra i digiuni (del 17 di Tammuz e del 9 di Av)"
17Tammuz- 9 di Av Distruzione del primo e secondo tempio di Gerusalemme (586/7 a.C. e 70 d.C.) - Lutto e digiuno
תשעת הימים
(tish'at haiomìm)
Nove giorni 1 - 9 diAv - - Lutto e digiuno
תשעה באבoppure ט׳ באב
(tish'à beàv)
9 di Av 9 di Av Distruzione del primo e secondo tempio di Gerusalemme (586/7 a.C. e 70 d.C.) Libro delle Lamentazioni Lutto e digiuno
ראש השנה
(rosh hashanà)
Capodanno Tishri Inizio dell'anno (secondo l'ordinamento dei mesi moderno) - -
צום גדליה
(tsom ghedaliá)
Digiuno di Godolia Tishri Uccisione del governatore Gedaliah (Godolia) nel 586 a.C. (o 587 a.C.) - -
עשרת ימי תשובה
('aseràt iemè teshuvà)
Dieci giorni di conversione 1-10Tishri - - Periodo precedente allo Yom Kippur dedicato a diguno, carità, riflessione
יום כיפור
(iòm Kippùr)
Giorno di espiazione 10 Tishri Ravvedimento dai peccati commessi - All'epoca del Tempio di Gerusalemme il Sommo Sacerdoteimponeva le mani sul capro espiatorio (poi divenuto proverbiale) trasferendo in esso tutte le colpe del popolo, lasciandolo quindi morire nel deserto
סוכות
(sukkòt)
Capanne[10] 14-22Tishri(14-21 inIsraele) Permanenza degli Ebrei nel deserto del Sinai - Anticamente celebrava la vendemmia e la fine dell'anno agricolo
הושענא רבה
(hosha'nà rabbà)
Grande osanna 21 Tishri - - -
שמיני עצרת
(sheminì 'atzerèt)
Ottavo (giorno) dell'assemblea 22 Tishri - - In Israele coincide con Simhat Torah
שמחת תורה
(simhàt toràh)
Gioia della Torah 23 Tishri(22 inIsraele) Torah - Giorno seguente alla festa di Sukkot, segna la fine del ciclo della lettura della Torah e l'inizio di un nuovo ciclo
חנכה
(hanukkà)
Dedicazione 25 Kislev- 2 o 3Tevet Dedicazione del Tempio di Gerusalemme nel 164 a.C. ad opera di Giuda Maccabeo - Rappresenta attualmente una sorta di festività ebraica parallela al Natale cristiano(scambio di doni e clima gioioso)
עשרה בטבת
('asarà betevèt)
Dieci di Tevet 10 Tevet Ricordo dell'assedio di Gerusalemme del 588 a.C. da parte di Nabucodonosor II - Digiuno
ט״ו בשבט
(tu bishvàt)
Quindici di Shevat 15Shevat - - Capodanno degli alberi
תענית אסתר
(ta'anìt Estèr)
Digiuno di Ester 13 Adar Digiuno del popolo ebraico per l'imminente sterminio descritto nel romanzo ellenista del Libro di Ester - Digiuno precedente alla festa di Purim
פורים
(purìm)
Sorti 14-15Adar Salvezza degli Ebrei dallo sterminio del perfido Aman come descritto nel romanzo ellenista delLibro di Ester Libro di Ester Equivalente come aspetti folkloristici al carnevale occidentale
Condividi post
Repost0
26 gennaio 2011 3 26 /01 /gennaio /2011 22:08
Così come lo spazio sacro è organizzato attraverso i santuari, il tempo sacro viene scandito dalle feste. Le fonti bibliche che fanno riferimento alle feste sono di due tipi diversi: esistono le prescrizioni dei libri apodittici[1] e quanto sta scritto nei libri storici. Ma solo alcune delle feste ebraiche che si conoscono sono nominate in questi testi: la Pasqua e la festa degli Azzimi, quella delle Settimane (o Pentecoste, šabu'ot), il Capodanno e la festa delle Capanne (sukkot). Per questi tre momenti festivi, secondo il dettato di Deuteronomio, 16 era prescritta la visita del santuario (Gerusalemme, secondo la pratica post-esilica).[2] I tre periodi di festa (Pasqua, Pentecoste e feste autunnali) che menziona la Bibbia sono "legate al ritmo annuale dell'economia agropecuaria"[2]. La pesaḥ è una festa primaverile, che celebra la ricchezza del gregge in espansione. Pentecoste è una festa delle primizie della terra. In autunno si svolgono il Capodanno ("festa dello squillo di tromba"[3] o "festa della grande adunanza"[4]) e la festa delle Capanne (festa del raccolto)[5]. Si tratta di feste che si svolgono in più giorni e che prevedono l'astensione dal lavoro e dalle pratiche del sacrificio. La prescrizione di vivere in capanne è comune ad altre feste di popoli mediterranei[2]. Nella Bibbia è ravvisabile un tentativo di rilettura delle antiche feste tradizionali in funzione di collegamento agli episodi più significativi della storia del popolo ebraico, anche se solo la Pasqua è legata in modo esplicito alla fuga dall'Egitto. Oltre a poter presumere che lo schema delle feste pre-esiliche fosse appunto scandito dai tempi dell'agricoltura, non si può definire meglio questo calendario: un documento epigrafico, detto Calendario di Gezer (probabilmente del X secolo a.C.), scoperto ai primi del XX secolo dall'irlandese Robert Alexander Stewart Macalister, non aiuta a intendere lo schema delle feste, poiché non le menziona.
Condividi post
Repost0
6 gennaio 2011 4 06 /01 /gennaio /2011 23:03



Nel mondo si hanno opinioni  diverse sulla persona di Gesù e ciò è comprensibile quando si pensi chi ne è “il principe”. Diventa meno comprensibile, quando questa diversità si manifesta anche nelle “chiese” o nelle religioni che pure pretendono di agganciarsi in qualche modo alla sua persona e ai suoi insegnamenti. È quanto mai opportuno allora riaffermare che il vero Gesù è solo quello presentatoci nella Scrittura!


 

In quale Gesù hai creduto?

 

Quando parliamo agli altri della nostra fede in Gesù ci sarà capitato di sentirci rivolgere, con presunta sicurezza, delle risposte del tipo:

“Ma guarda che anch’io credo in Gesù!”.

Nei nostri interlocutori, però, qualcosa cambia quando iniziamo loro a spiegare che “la fede viene da ciò che si ascolta e ciò che si ascolta viene dalla parola di Cristo” (Ro 10:17).

 

Quando diciamo loro che la nostra fede in Cristo Gesù proviene dall’avere udito il messaggio della salvezza contenuto nella Parola di Dio ecco che quella loro presunta sicurezza viene meno.

Spesso, per difendersi, queste persone iniziano ad avanzare il solito rifiuto verso la Parola di Dio: non è vera, è una favola, è stata scritta da uomini e quindi contiene errori e pensieri umani, nel tempo è stata cambiata e potremmo andare ancora avanti per molto.

Davanti a ciò la domanda che sorge spontanea è: “Ma tu in quale Gesù hai creduto?”.

 

Affermare di credere in Gesù Cristo, il Figlio di Dio, ma poi rifiutare la Bibbia, la Parola di Dio, del Padre, di Cristo stesso ci porta alla conclusione che il mondo si è fatto tanti “gesù” e vari “cristo”, ognuno dei quali conforme alle proprie esigenze e credenze, ma falsi e diversi dall’unico e vero Gesù Cristo.

 

 

Abbiamo creduto nel Gesù della Scrittura


Esiste solo un vero Gesù, quello che c’è testimoniato, rivelato e presentato dalla Scrittura. Noi possiamo ben dire che in quel Gesù abbiamo creduto e riposto la nostra fede. Questo implica che la nostra testimonianza deve presentare il Gesù della Scrittura.

I nostri pensieri, le nostre parole, le nostre azioni, le nostre attività, i nostri metodi di evangelizzazione devono essere, in tutti i loro aspetti e le loro sfaccettature, tali da testimoniare dell’unico e vero Cristo Gesù: quello delle Scritture.

 

 

Presentare agli altri il Gesù delle Scritture

 

Come possiamo presentare in modo efficace agli altri il Gesù delle Scritture? Guardando alla Scrittura ci sono forniti numerosi esempi da seguire. Prima è necessario, però, puntualizzare un aspetto che ci aiuta meglio a comprendere come questi esempi facevano riferimento alle Scritture.

 

 

La suddivisione delle Scritture ebraiche: Legge, profeti e scritti

 

Quando nel Nuovo Testamento sono fatti dei riferimenti alla Parola di Dio scritta, questi riguardano l’Antico Testamento.

Coloro che hanno vissuto al tempo in cui avvengono gli episodi narrati nel Nuovo Testamento avevano a disposizione quello che noi chiamiamo Antico Testamento ma che per loro erano le “Scritture” (es. Mt 21:42) o la “Scrittura” (es. Mr 12:10).

Alcune volte il riferimento alla Scrittura è fatto anche in merito alle parti in cui essa era suddivisa. La suddivisione citata è quella ebraica e quindi diversa da quella presente nelle nostre Bibbie le quali seguono quella utilizzata nella versione Vulgata, una traduzione della Bibbia in latino del 400 d.C.

 

Le Scritture erano, e sono, presso gli ebrei suddivise in Legge, Profeti e Scritti. Ognuna di tali sezioni contiene al suo interno dei libri che probabilmente al tempo dei fatti e della redazione del Nuovo Testamento erano ripartiti come di seguito indicato:

 

a) “Legge”: Tale sezione comprende il pentateuco. Le citazioni del Nuovo Testamento contenute in questa sezione oltre che con il termine generico “Legge” (es. Mt 5:17) sono indicate anche citando “Mosè” (es. Gv 1:45) l’autore di questi cinque libri

 

b) “Profeti”: Tale sezione comprende i profeti definiti anteriori (Giosuè, Giudici, Samuele e Re), quelli posteriori (Isaia, Geremia ed Ezechiele) e infine gli altri dodici (da Osea a Malachia). Molte citazioni presenti nel Nuovo Testamento contenute nei libri di questa sezione sono fatte in modo da riportare non solo il termine generico“profeti” (es. Mt 5:17) ma anche il nome del libro profetico esatto in cui essa è contenuta come per esempio avviene con “Isaia” (es. Mt 12:17).

 

c) “Scritti”: Questa sezione comprende Salmi, Giobbe, Proverbi, Rut, Cantico dei Cantici, Ecclesiaste, Lamentazioni, Ester, Daniele, Esdra, Neemia e Cronache. Gli Scritti sono chiamati generalmente anche“Salmi” (il primo libro degli scritti; es. Lu 24:44). 

Guardiamo ora solo ad alcuni esempi da seguire per presentare efficacemente agli altri il Gesù delle Scritture.

 

In questi esempi troviamo:

• il testimone,

• il messaggio testimoniato,

• i destinatari della testimonianza e

• la reazione di quest’ultimi.

 

 

Filippo a Natanaele

 

Dopo che Filippo, uno dei dodici, si sentì dire da Gesù: “Seguimi” (Gv 1:43) questi divenne immediatamente un testimone. Infatti quando “trovò Natanaele” subito “gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella legge e i profeti: Gesù da Nazaret, figlio di Giuseppe»” (Gv 1:45).

 

Nel presentare Gesù, Filippo fece ricorso al mezzo evangelistico per eccellenza, il più fedele di tutti. Fece ricorso a quello che è “scritto” nella Parola di Dio. Fu questo il fondamento dell’evangelizzazione di Filippo verso Natanaele. Quest’ultimo diede una risposta che lasciò trasparire il suo dubbio: “Può forse venir qualcosa di buono da Nazaret?” (Gv 1:46a).

 

Siccome solo la Parola scritta conduce alla Parola incarnata, Cristo Gesù, ecco che Filippo disse a Natanaele: “Vieni a vedere” (Gv 1:46b). “Vieni a vedere”... chi?

Colui del quale hanno scritto Mosè nella legge e i profeti” (Gv 1:46b,45).

Filippo condusse Natanaele dal Gesù della Scrittura. Fu così che Natanaele incontrò Gesù, ebbe un colloquio con lui e poi credette in lui affermando: “Rabbì tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele” (Gv 1:49).

 

Quando portiamo gli altri da Gesù e loro diciamo “vieni a vedere”poniamo lo stesso fondamento che pose Filippo: quello della Scrittura. Gesù non è “colui” del quale parlano un gruppo di persone o una religione, ma è “colui del quale hanno scritto Mosè nella legge e i profeti”. Annunciamo che Gesù e il Gesù della Parola di Dio scritta, essa non fa altro che condurre gli uomini alla Parola di Dio incarnata cioè a Gesù stesso. Egli, infatti, è“la parola ... diventata carne che ha abitato per un tempo fra noi” (Gv 1:14).

 

 

Gesù ai Giudei

 

Proprio Gesù mentre parlava con dei Giudei, che “cercavano d’ucciderlo” (Gv 5:18), riguardo a chi era che rendeva testimonianza di lui, dopo aver parlato di Giovanni Battista, disse che lui aveva “una testimonianza maggiore” (Gv 5:36) cioè quella del “Padre” che lo “ha mandato” (Gv 5:37).

Ma a sua volta il Padre per testimoniare al mondo di Gesù ha scelto “la sua parola” (Gv 5:38). Tanto che Gesù rivolto ai Giudei, afferma loro: “Voi investigate le Scritture… ed esse sono quelle che rendono testimonianza di me (Gv 5:39).

 

La Parola di Dio non conduce mai lontano da Cristo, ma sempre e solo a Cristo“Infatti” -  conclude Gesù - “se credeste a Mosè, credereste anche a me; poiché egli ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi scritti, come credereste alle mie parole?” (Gv 5:46-47).

 

La Parola di Dio e Cristo sono due realtà inscindibili, nessuno può affermare di credere alle Scritture e non a Gesù oppure di credere a Gesù e non alle Scritture. Gesù stesso nel testimoniare di sé a dei Giudei increduli usò “la Scrittura”, si riferì a quello che Mosè aveva scritto di lui, rimandò i suoi interlocutori agli “scritti”.

 

La cultura del mondo, come del resto la religione che in essa si esprime, tende a separare Cristo dalla Scrittura. Ma Parola scritta e Parola incarnata sono una realtà sola e l’una conduce all’altra. La Scrittura rende “testimonianza” di Cristo e credere in Cristo significa credere nella Scrittura.

Facciamo nostre le parole che Gesù ha lasciato ai religiosi e agli uomini del suo tempo e annunciamole anche noi a quelli del nostro tempo.

 

 

Gesù ai due discepoli sulla via di Emmaus

 

Due discepoli di Gesù se ne andavano da Gerusalemme verso “Emmaus” (Lu 24:13) e “parlavano” (Lu 24:14)“di Gesù” e di com’era stato condannato a morte e ucciso (Lu 24:19-20).

Erano scoraggiati, delusi, “tutti tristi” (Lu 24:17) perché speravano “che fosse lui che avrebbe liberato Israele”(Lu 24:21). Proprio mentre “discorrevano… Gesù stesso (risorto) si avvicinò e cominciò a camminare con loro” (Lu 24:15). Quegli uomini non riconobbero Gesù perché “i loro occhi erano impediti” (Lu 24:16).

Poi Gesù domandò loro quale era l’argomento della loro discussione e dopo aver ascoltato il loro resoconto...

“Disse loro: «O insensati e lenti di cuore a credere a tutte le cose che i profeti hanno dette! Non doveva il Cristo soffrire tutto ciò ed entrare nella sua gloria? E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture le cose che lo riguardavano” (Lu 24:25-27).

 

Gesù nel presentarsi utilizzava il fondamento della Scrittura, essa fu il mezzo con il quale iniziò la sua rivelazione ai due discepoli. Gli occhi dei due discepoli furono definitivamente aperti per riconoscere Gesù dopo che egli si rivelò loro nello spezzare il pane.

Tuttavia fu quando Gesù stesso “cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture (quindi anche negli Scritti) le cose che lo riguardavano” che i due discepoli assistettero a un qualcosa di meraviglioso:la Parola incarnata che spiega la Parola scritta.

 

Nel loro cuore durante questa spiegazione accadde qualcosa di straordinario tanto che poi si dissero: “Non sentivamo forse ardere il cuore dentro di noi mentre egli ci parlava per la via e ci spiegava le Scritture?” (Lu 24:32).

La spiegazione delle Scritture per testimoniare agli altri di Gesù è ancora in grado di fare “ardere il cuore dentro”le persone che l’ascoltano.

 

Spesso reputiamo questo mezzo di testimonianza al giorno d’oggi incapace di far “ardere il cuore” e così facciamo ricorso ad altri mezzi che definiamo più coinvolgenti, più interessanti, meno pesanti e il mezzo di testimonianza per eccellenza è rilegato a ruoli secondari se non eliminato definitivamente dalla scena della testimonianza della chiesa.

 

Che quanto Gesù fece possa invece ricordarci che l’uso di “tutte le Scritture” per testimoniare di lui è veramente in grado di far “ardere il cuore” delle persone che ascoltano.

Presentiamo il Gesù delle Scritture, come il Risorto fece con due uomini tristi e dagli occhi impediti la cui tristezza fu rimossa e i cui occhi furono aperti dall’avere udito la spiegazione “in tutte le Scritture” delle vicende che riguardavano il Salvatore del mondo.

 

 

Gesù agli undici

 

Sempre in seguito alla crocifissione “gli undici” e altri discepoli erano “riuniti” a Gerusalemme. Anche loro parlavano delle cose relative alla morte e alla risurrezione di Gesù. Proprio “mentre essi parlavano di queste cose, Gesù stesso comparve in mezzo a loro” (Lu 24:36).

 

Alla vista del suo corpo i presenti furono “sconvolti e atterriti” (Lu 24:37). Gesù gli disse:

“Perché siete turbati? E perché sorgono dubbi nel vostro cuore?” (Lu 24:38).

Quindi mostrò loro le mani e i piedi ma “per la gioia non credevano ancora e si stupivano” (Lu 24:40).

Così Gesù chiese loro qualcosa da mangiare e lo “mangiò in loro presenza” (Lu 24:43). Dopodiché disse loro:

“Queste sono le cose che io vi dicevo quand’ero ancora con voi: che si dovevano compiere tutte le cose scritte di me nella legge di Mosè, nei profeti e nei Salmi” (Lu 24:44).

 

Gli undici erano sconvolti, atterriti, turbati, dubbiosi, increduli, stupiti davanti al Risorto. Gesù pose fine a tale susseguirsi di sentimenti improduttivi nella loro vita per mezzo del fondamento inamovibile da cui proviene la fede di ogni uomo: la Scrittura.

 

Tutte le cose che si erano susseguite in quei giorni a Gerusalemme e che avevano turbato la vita degli undici non erano altro che “tutte le cose scritte nella legge di Mosè, nei profeti e nei Salmi”. Tanto che Gesù afferma:

“Così è scritto, che il Cristo avrebbe sofferto e sarebbe risorto dai morti il terzo giorno” (Lu 24:46).

“Tutte le cose scritte …. Così è scritto”: presentare il Gesù della Scrittura àncora la fede a un punto inamovibile anche quando nell’uomo si producono, causa la sua natura, sentimenti di turbamento e dubbio.

 

 

Filippo al ministro etiope

 

Anche Filippo, uno dei sette uomini scelti per svolgere particolari servizi nella chiesa di Gerusalemme (At 6:3-6), evangelizzò partendo dalla Scrittura ed ancorandosi ad essa.

Egli “sulla via che da Gerusalemme scende a Gaza” (At 8:26) incontrò “un etiope” che “stava leggendo il profeta Isaia” (At 8:27-28).

 

“Il passo della Scrittura che stava leggendo era” Isaia 53:7-8 dove leggiamo:

“Egli è stato condotto al macello come una pecora; e come un agnello che è muto davanti a colui che lo tosa, così egli non ha aperto la bocca. Nella sua umiliazione egli fu sottratto al giudizio. Chi potrà descrivere la sua generazione? Poiché la sua vita è stata tolta dalla terra” (At 8:32-33).

Trovandosi davanti a queste parole la domanda che l’etiope rivolse a Filippo, è molto significativa:

“Di chi ti prego dice questo il profeta? Di se stesso oppure di un altro?” (At 8:34).

Fu così che Filippo “prese a parlare e cominciando da questo passo della Scrittura, gli comunicò il lieto messaggio di Gesù” (At 8:35).

In seguito l’etiope affermò:

“Io credo che Gesù è il Figlio di Dio” (At 8:37).

 

Forse non ce ne rendiamo conto ma, anche in modo nascosto, ci sono delle persone intorno a noi che, come l’etiope, ci stanno dicendo: “Ti prego, spiegami cosa la Scrittura afferma di Cristo!”.

Spesso forniamo loro elementi che seppure contengano il nome di Cristo omettono o fanno passare in secondo piano il legame della Scrittura con Cristo e i veri bisogni del mondo rimangono insoddisfatti.

 

 

Paolo e Apollo ai Giudei

 

Paolo nelle diverse tappe dei suoi viaggi missionari si recava prima di tutto, se presenti, nelle sinagoghe giudaiche della città in cui si trovava. Così giunto a Tessalonica poiché “c’era una sinagoga dei Giudei… Paolo com’era sua consuetudine, entrò da loro, e per tre sabati tenne loro ragionamenti tratti dalle Scritture, spiegando e dimostrando che il Cristo doveva soffrire e risuscitare dai morti” (At 17:1:3).

In seguito a tale predicazione “alcuni di loro furono convinti” mentre altri Giudei, “mossi da invidia”, si opposero a Paolo.

 

Anche Apollo, un uomo “versato nelle Scritture” (At 18:24), si recò a testimoniare del Signore Gesù in Acaia.

In quest’area egli “con gran vigore confutava pubblicamente i Giudei, dimostrando con le Scritture che Gesù è il Cristo” (At 18:27-28). Questo “fu di grande aiuto a quelli che avevano creduto” (At 18:27).

Anche nell’epoca di espansione della testimonianza di Cristo Gesù da “Gerusalemme … fino all’estremità della terra” (At 1:8), nel tempo in cui le chiese si formavano e crescevano, veniva predicato “dalle” e “con le” Scritture il messaggio di salvezza in Cristo Gesù.

 

Trovandoci anche noi in un tempo di quella stessa epoca della grazia, dobbiamo impegnarci perché sia lo stesso il modo con cui presentiamo il messaggio dell’Evangelo lì, nel punto della “terra” in cui il Signore ci ha posto per svolgere il nostro servizio di testimoni.

 

 

Diversità e unicità

 

Guardando a questi esempi non potremmo fare a meno di notare elementi di diversità:

• I testimoni erano diversi: Filippo l’apostolo, Gesù, Filippo l’evangelista, Paolo, Apollo;

 i destinatari erano diversi: Natanaele, i Giudei, i due discepoli diEmmaus, gli undici apostoli, il ministro etiope, di nuovo i Giudei;

• le reazioni di quest’ultimi sono state diverse: conversione, rifiuto, tristezza rimossa e occhi aperti, sentimenti negativi scacciati, di nuovo una conversione, opposizioni e ravvedimenti, come anche edificazione della chiesa.

 

Ma oltre questi elementi di diversità vi è un’unicità. Testimoni diversi annunciano a destinatari diversi, i quali avranno reazioni diverse, un unico messaggio: il messaggio proveniente dalla Scrittura, il messaggio che presenta Gesù Cristo.

 

La nostra preghiera deve essere che nuovi e diversi testimoni, noi, raggiungano nuovi diversi destinatari annunciando non nuovi e diversi messaggi ma quell’unico messaggio, proveniente dalla Scrittura e fondato sulla Scrittura, che presenta Gesù Cristo: il Gesù della Scrittura.

 

Condividi post
Repost0
6 gennaio 2011 4 06 /01 /gennaio /2011 22:54
Condividi post
Repost0
15 dicembre 2010 3 15 /12 /dicembre /2010 17:25

San Felice Circeo (LT) Via Montenero N 4/A

link   qui trovate direttamente la cartina.

http://mappe.virgilio.it/

http://www.sanfelicecirceo.net/mappa-circeo.shtml

Condividi post
Repost0
30 novembre 2010 2 30 /11 /novembre /2010 21:12
Fortificarsi nel Signore Efesini 6: 10 "Del resto fratelli miei fortificatevi nel Signore e nella forza della sua potenza." Molte volte le tante paure della vita ci portano in una condizione di smarrimento da cui è molto difficile poterne uscire. Dopo una personale esperienza durata circa tre anni , un giorno Dio mi ha aperto gli occhi mostrandomi che la causa della mia condizione di smarrimento era la PAURA. Così ho iniziato a chiedermi che cosa avesse generato in me ogni genere di paura e soprattutto mi sono domandata come avrei potuto vincere su ogni paura. Analizzando quindi me stessa ho visto che le mie paure erano dovute ad una mancanza di forza , erano state provocate da un indebolimento spirituale e mi sono chiesta come avrei potuto intervenire su me stessa , sulle mie paure, e sono giunta alla conclusione che potevo affrontarle e superarle solo FORTIFICANDOMI nel Signore. Così cercando aiuto nella Parola di Dio ho trovato che la FORZA e' la prima qualita' della donna ideale descritta nei Proverbi 31:10. Leggendo questa porzione della Parola di Dio possiamo vedere che la donna descritta in questo brano doveva essere forte fisicamente ma anche dentro. Noi donne possiamo essere forti fisicamente ,come dei trattori o dei carri armati e possiamo essere moralmente e spiritualmente delle pappe molle. Mi sono domandata: <<Che cosa determina la perdita della nostra forza?>> Possono essere: 1) I problemi della vita (fisici, familiari, economici ecc...); 2) Il trascurare la lettura della Parola di Dio; 3) Il trascurare la preghiera; 4) Non credere più che le soluzioni indicate nella Bibbia funzionino anche per noi; 5) Vecchi rancori , ferite non rimarginate, tristezze, ecc... Queste cose determinano in noi un indebolimento spirituale che può soffocarci. La donna del libro dei proverbi però era forte, forte dentro, forte spiritualmente, così dobbiamo essere anche noi. La Bibbia parla molto di forza spirituale e dice tante cose sulla potenza di Dio, come vediamo scritto in Proverbi 24:5 e dice anche che possediamo la stessa forza che ha resuscitato Gesù Cristo dai morti , però molto spesso viviamo e ci comportiamo come se di forza non ne avessimo affatto. Tornando al verso di Efesini 6:10 dobbiamo fare attenzione a due cose: 1) ad essere nel Signore; 2) a fortificarci ogni giorno in Lui. Essere nel Signore significa "appartenergli , far parte della sua famiglia , essere nate di nuovo e aver capito di essere peccatrici senza forza. Chi non è nel Signore non può sperare di essere veramente forte anche se a volte riuscirà a superare problemi con coraggio. Essere forti nel Signore non ha niente a che fare con l'avere una forte personalità o avere una volontà di ferro. Essere nel Signore però non basta . Ma bisogna ogni giorno attingere forza dalle RISORSE di DIO "Fortificatevi nel Signore e nella forza della sua potenza" non è un consiglio che Dio ci da, ma è un ordine e bisogna ubbidire. La nostra forza spirituale dipende in buona parte dalla nostra vita di preghiera. Non tanto di quella capacità di rivolgersi a Dio in ogni momento, ma dalla pratica giornaliera di passare regolarmente del tempo parlando con Dio. La vita di preghiera comprende: 1) L'adorazione E' una delle fonti di forza che Dio mette a nostra disposizione. Cristo è morto per acquistare un popolo di adoratori e se non adoro sono disubbidiente. Adorare vuol dire perdersi nella contemplazione e ammirazione di Dio, della Sua Persona e delle Sue qualità e attributi. 2) Ringraziamento E' un'altra fonte di forza infatti per diventare forte devo imparare a ringraziare Dio per i Suoi benefici, per le cose buone che ci da, ma anche per quelle difficili. "Benedici anima mia l'Eterno e non dimenticare alcuno dei benefici" diceva il salmista nel Salmo 103 e ancora Paolo diceva "in ogni cosa rendete grazie a Dio". Perciò dobbiamo sempre ringraziare Dio per la nostra salvezza, per la nostra famiglia, per i fratelli e sorelle, per la vita che ci dona ogni giorno, per la salute , per ogni cosa. Il ringraziamento è essenziale per avere una vita spirituale forte e gioiosa . Come ogni essere umano, siamo egoisti e pronti a dimenticare quello che ci succede di buono e di utile, mentre ci concentriamo con gran facilità su ciò che è negativo. Ci dobbiamo abituare a ringraziare Dio anche nelle circostanze difficili perché anche in quelle c'è nascosta la mano di Dio, perché c'è sicuramente qualche lezione utile da imparare. 3) Intercessione E' un altro elemento essenziale per diventare forti spiritualmente . Intercessione significa pregare per qualcuno, cioè chiedere a Dio qualcosa per qualche altra persona e la Bibbia dice che dobbiamo intercedere per le persone che ci stanno a cuore , per i governanti , per i missionari , per i fratelli ecc.. 4) La lettura della Bibbia E' da essa che procede la forza per funzionare bene durante il giorno, e la mattina è il momento migliore per farlo e per pregare . Per esempio per me il momento migliore è la mattina, dopo che i bambini e mio marito sono usciti per andare chi a scuola e chi al lavoro. Ogni donna è in grado di trovare un momento nell'arco della giornata in cui poter stare davanti al Signore, l'importante è che questo tempo sia regolare, cioè ogni giorno. Sappiamo tutte che la Parola di Dio viene paragonata al pane, all'acqua, al miele, al latte, alla carne , una dieta perfetta per diventare forti. L'unica cosa da fare è servirsi di questi cibi, per fare una buona colazione e cominciare la giornata come si deve. C'è un grande valore nel leggere la Bibbia prima di cominciare le attività della giornata. Dio vuole rendere forti tutti così è scritto in: I Cronache 29: 12 "Da te vengono la ricchezza e la gloria , tu domini su tutto, nella tua mano sono la forza e la potenza e nella tua mano sta il potere di rendere grande e di dare forza a tutti". La preghiera e la lettura della parola di Dio regolare ci porta ad avere una comunione intima con Dio e ad entrare in un rapporto a tu per tu con il Signore perché è da questo rapporto che dobbiamo imparare a trarre la forza e l'incoraggiamento di cui abbiamo bisogno. Dobbiamo imparare a dipendere da Dio solo e non dagli amici, parenti, fratelli ecc.. Quando arriviamo a questo tipo di rapporto allora veramente la guida di Dio diventa forte e chiara nella nostra vita. Dio permette tempi difficili affinché ci affidiamo a Lui totalmente . Per disabituarci ad avere fiducia nell'uomo, per aiutarci a distogliere gli occhi dalla forza umana, dai libri, dagli amici dalle buone intenzioni per fissarli solo sulla potenza di Dio che è all'opera per noi.
Condividi post
Repost0