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24 maggio 2011 2 24 /05 /maggio /2011 07:34

Trent’anni fa, il 7 maggio 1981, il Signore chiamava alla sua presenza il fratello Gian Nunzio Artini. Lo ricordiamo, con riconoscenza a Dio per il tempo in cui egli lo ha fatto essere un dono per le Assemblee in Italia con il suo prezioso ministerio della Parola. Viviamo questo ricordo attraverso le preziose memorie della mente e del cuore, ma anche attraverso un suo scritto dal contenuto tuttora vivo ed attuale.

 

 

La vita dell’uomo medievale: intreccio di cultura e liturgia, di fede e superstizione

 

Questa festa è celebrata dalla chiesa cattolica romana per onorare l’istituzione dell’Eucarestia. Corpus Dominiin latino significa corpo del Signore.

Fu istituita da Urbano IV (bolla 8 settembre 1264) e dichiarata obbligatoria per tutta la chiesa da Clemente V (1331).

 

Le prime tracce di una dottrina della trasmutazione degli elementi della Cena del Signore affiorano timidamente in Giustino Martire, un filosofo greco di natali pagani vissuto nel 100-165, ma non sono certo di fonte evangelica.

 

È interessante considerare l’aspetto della pietà popolare nel medioevo per poter comprendere come lentamente si sia arrivati all’affermazione fissata nel dogma della transustanziazione che dice:

“Quando il prete pronuncia le parole della consacrazione della messa, si compie sull’altare un miracolo: il pane ed il vino mantengono il loro aspetto (specie accidentalis), le loro qualità esteriori, colore e gusto, ma la loro sostanza cambia nella sostanza del Corpo e del Sangue di Cristo”.

 

Nel medioevo la chiesa era riconosciuta come un naturale e sacro quanto inviolabile sistema giuridico a cui ci si sottometteva volontariamente ed incondizionatamente. Con profonda riverenza il laico stava di fronte al prete come di fronte al mediatore fra cielo e terra.

La vita dei singoli trascorreva in continuo contatto con la chiesa e con le usanze religiose. Ciascuno andava frequentemente a messa e diceva spesso durante il giorno preghiere, formule di benedizione e formule magiche. La benedizione sacerdotale non mancava così alle nozze o alla ammissione agli ordini cavallereschi, come all’incoronazione dei re. Venivano benedette la casa, il cortile, il pozzo, il campo, il pane, il sale, la spada, la bandiera e molte altre cose.

In questi usi si intrecciavano fede e superstizione. Si credeva ai diavoli ed agli spiriti maligni come alle stregonerie. Le divinità pagane abbattute dalla chiesa sopravvivevano stranamente trasformate nella fede popolare.

 

All’uomo mediev

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