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28 aprile 2010 3 28 /04 /aprile /2010 23:49

Cari amici, che cos'è il mondo a cui siamo attaccati?
Che cos'è la roba, il piacere, la vita stessa? Qualcosa che dura? Quanto dura?

Chi non ha guardato il sole sorgere e poi tramontare? Chi non si ricorda di quand'era bambino? Non era ieri? Analizza e osservati attentamente quando insegui un desiderio: lo attendi e speri che ti dia chissà che cosa, lo hai e constati che non ti da niente, 10 vuoi trattenere ma è già passato. Questo è il ritmo del vivere. Tutto ciò che hai desiderato è già passato, tutto ciò che desideri passerà, è come se già lo fosse. E tu sei sempre lì vuoto e inquieto.

Osservati mentre provi avversione e odio per una persona.
Il sole splende nell'immensità del ciclo, la natura fa festa, l'universo si muove e vive sotto la spinta dell'amore, ma tu non ti accorgi, perché per te il vasto mondo non esiste, ma esisti solo tu, nel tuo cantuccio, nel tuo limite oscuro, invischiato nel tuo pantano a maledire un fratello. Domani chi si ricorderà delle tue antipatie, dei crucci, delle malignità, delle cattiverie, delle rivalse? Tutto è transitorio e anche noi lo siamo. A che cosa ci attacchiamo? per che cosa ci agitiamo? Guarda il sole al mattino e poi alla sera. Così scorre la vita. Nessuno più si ricorderà di noi, di quelle cose che per noi ora contano tanto.

Quando noi diciamo « io » a che cosa alludiamo? Dove sta la nostra identità? Ce lo siamo mai chiesti?
[noi] Siamo questo corpo, soggetto al crescere e al decrescere? Forse ci identifichiamo con i nostri desideri, le nostre avversioni, i nostri odi, i nostri piaceri, le nostre realizzazioni, i nostri progetti?

Chi non ha osservato scorrere un fiume e sfrecciare un treno?
Gli oggetti del desiderio e dell'avversione sono come le acque di un fiume che ci travolgono e portano via
Questo mondo è come un fiume che scorre in continuazione e chi lo desidera ne viene inevitabilmente risucchiato.
....esci dal fiume, tirati fuori, siediti sulla sponda e osserva: renditi conto come tutto passa.
Osserva: il mondo passa, i volti cambiano, mutano i desideri, si trasforma la pelle, cambia anche il tuo corpo: cresce, si irrobustisce, invecchia. Tutto cambia, eppure tu resti. ...

Che cosa vuol dire?
Tutto scorre via e anche noi siamo corrosi dal tempo, ma qualcosa in noi è sempre lì, sempre presente, qualcosa, anzi qualcuno, che osserva, che guarda.
In noi c'è una presenza, c'è una luce, c'è una consapevolezza, c'è una coscienza vigile. Una presenza fatta di luminosità intensa e inafferrabile, una presenza immobile ma viva, una presenza oltre quel complesso di sensazioni, desideri, avversioni, istinti, attrazioni, pensieri, volizioni, che costituiscono il tessuto del nostro io.

In che cosa ci identifichiamo noi?
Nel flusso dei nostri desideri, sentimenti, pensieri, ragionamenti, volizioni... Oppure ci identifichiamo con quella luce inafferrabile che è in noi, sempre identica a se stessa, eterna e luminosa, quella luce al di sopra di tutto, quella luce nella quale sboccia il nostro vero « io »?

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